23/09/2023 - CORRIERE DEL VENETO (ED. VERONA)
«Si è posto in contrasto frontale»: via il top manager di Agsm Aim Energia
verona Alberto Mazzucato non è più consigliere delegato di Agsm Aim Energia. Giovedì, negli uffici dell'azienda nata dalla fusione tra le multiutility di Vicenza e Verona, è arrivata una stringata email nella quale s'informava che il manager aveva concluso il suo rapporto di collaborazione con Agsm Aim. A Mazzucato, assunto dopo un periodo di prova il 9 febbraio dell'anno scorso come direttore centrale della Direzione centrale Area Mercato e per questo consigliere delegato in Energia, il 5 settembre era giunta «a mano» una lettera firmata dal consigliere delegato della capogruppo, Stefano Quaglino. Questo l'oggetto della lunga missiva: «Contestazione disciplinare e provvedimenti connessi al mandato di consigliere delegato». Nove pagine nelle quali si contesta a Mazzucato, tra l'altro, di non avere consentito «l'avvio di un proficuo confronto e un'adeguata valutazione preventiva con il proprio diretto superiore gerarchico». Chi sia il diretto superiore è presto detto ed è ricordato esplicitamente nella lettera del 5 settembre: Quaglino stesso. Si legge, infatti: «Lei è stato assunto con nomina da parte del sottoscritto consigliere delegato di Agsm Aim con esplicita previsione di riporto diretto e dipendenza gerarchica dallo stesso consigliere delegato, in coerenza con quanto previsto dalle linee guida di corporate governance approvate nel giugno del 2020». Quindi, si legge ancora, «lei si è posto in frontale contrasto con le posizioni della capogruppo e con le sue decisioni». Agsm Aim Energia, va detto, è nella galassia della multiutility una delle punte di diamante, anche in ragione delle finalità della sua genesi. Ed è salita alla ribalta delle cronache più di un anno fa sulla scorta dell'«affaire Compago» promosso in prima battuta da Quaglino. Sul quale, per inciso, c'è un'indagine in corso da perte della procura di Verona. A fare testo, a oggi, per ricostruire la vicenda, ci sono la relazione del consigliere di amministrazione di Agsm Aim Fabio Sebastiano (designato da Vicenza) e il ricorso presentato a suo tempo al tribunale delle Imprese di Venezia dal Collegio sindacale. Ricorso alla fine rigettato dai giudici perché sostanzialmente, dopo il ridimensionamento degli incarichi a Quaglino, non sussistevano più le ragioni per continuare il procedimento. C'è poi un elemento politico tutt'altro che indifferente, che cade nel mezzo della pax costruens determinatasi con la vittoria di Giacomo Possamai (centrosinistra, stesso colore dell'amministrazione veronese) nelle elezioni a sindaco di Vicenza, che in Agsm Aim è azionista di minoranza con il 38% delle quote. L'elemento politico riconduce alla constatazione che, al pari del consigliere delegato Quaglino, anche l'amministratore delegato di Agsm Aim Energia è designato dal socio di maggioranza. Ossia Verona, ossia ancora dal sindaco Damiano Tommasi (centrosinistra). Detto che, calendario alla mano, Tommasi al momento dell'elezione si è ritrovato come manager persone indicate a suo tempo dal predecessore Federico Sboarina (centrodestra): Quaglino e Mazzucato, appunto. Con Tommasi a difendere in più occasioni e a spada tratta Quaglino, in particolare sul fronte dell'operazione Compago. Plausibile dunque ipotizzare che proprio a Verona si stia muovendo qualcosa, partendo da una ridefinizione delle strategie industriali in tema di energia, transitando per una modifica degli equilibri politici, per approdare infine a una conclusione dell'affaire Compago.